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Villa Gregoriana_3Alcuni cenni storici:

Nel 1826 a Tivoli ci fu in grosso alluvione che trascinò via numerose abitazioni della parte più antica della città, per evitare ulteriori disastri per volere di Papa Gregorio XVI viene deviato il corso del fiume Aniene creando una grandiosa cascata, intorno al letto del fiume viene creato un percorso per immergersi nella natura suggestiva del odierno Parco di Villa Gregoriana. Questo gioiello naturalistico costituisce un luogo straordinario e complesso, dove è possibile leggere la stratificazione di eventi naturali e costruttivi avvenuta nell’arco di un tempo lunghissimo.Il Parco è stato riaperto al al pubblico nel maggio del 2005 grazie all’intervento del FAI (Fondo Ambiente Italiano).

Una passeggiata di fine agosto:

Entrando nel Parco si ha subito la sensazione di immergersi in un bosco incantato, si scende lungo il percorso e si ammira ciò che la natura e l’uomo hanno creato: cascate, rovine antiche della villa e tantissimo verde. Le prime rovine che troviamo sono i ruderi della Villa di Manilio Vopisco (console romano della Villa del XIV d.c.), sono i cunicoli dell’acquedotto, probabilmente erano sottostanti alla residenza. Continuando nella nostra camminata ci fissiamo a contemplare alcuni scorci di panorama fantastici che vogliamo immortalare con alcuni scatti fotografici. Si ammirano da diversi punti del percorso sia le cascatelle che sorgono nell’area circostante alla cascata principale e sia il punto più alto dove inizia il precipizio dove ci sono i resti dei templi, quello rettangolare attribuito a Vesta e quello circolare attribuito alla Sibilla, databili al I-II sec. a.c.

Proseguiamo verso le grotte della Sirena e di Nettuno, attraversiamo un cunicolo e arriviamo al Belvedere sulla Valle dell’inferno la veduta da lì è spettacolare! “Valle dell’inferno, panorama paradisiaco”(cit. E.C.).

Dopo esserci soffermati per una decina di minuti continuiamo fino la Radura di Ponte Lupo, dove il fiume Aniene forma un lago, sembra una piscina naturale (Plinio il Giovane descriveva che qui le acque si inabissarono in un nuovo paesaggio sotterraneo, la grotta delle Sirene, creando il ponte naturale detto Radura di Ponte Lupo).

Una volta visto anche quest’angolo di paradiso, continuiamo la passeggiata fino alla Grotta di Nettuno, saliamo degli scalini sulla roccia che portano all’interno, dove scorgiamo il fiume che poi esce dalla grotta formando una meravigliosa cascatella. Gli scalini per entrare e la roccia all’interno sono stati disegnati dal vento, dall’acqua e dal tempo (cit. M.L.). Dopo la visita di quest’altro angolo di paradiso proseguiamo verso l’uscita dove troviamo i resti dei Templi della Sibilla e di Vesta.

La visita è stata sicuramente superiore alle nostre aspettative e qui speriamo di avervela descritta nel migliore dei modi, sicuramente vi suggeriamo di visitarla 🙂

Alcuni consigli pratici:

indossare abbigliamento comodo, scarpe sportive e spray anti-zanzare.