Centro Storico 1Centro Storico 2 Alcuni cenni storici: Le leggende delle origini della città sono molte, l’anno della sua fondazione si fa risalire al 1215 a.C., 462 anni prima di Roma. La città fu abitata fin dalla preistoria da numerosi popoli grazie alla sua ottima posizione geografica. Tivoli divenne sede di molte ville di ricchi romani, come testimoniano i numerosi resti. Quelle ancor oggi note e identificate sono attribuite a Orazio, a Cassio, a Publio Quintilio Varo, a Manlio Vopisco (i resti di quest’ultima sono incorporati nell’attuale Villa Gregoriana). Lo stesso Augusto vi soggiornò ed amministrò la giustizia, il culmine di questi insediamenti fu rappresentato dalla villa di Adriano, nel II secolo d.C. Una passeggiata per le viuzze di Tivoli: Subito dopo aver visitato Villa Gregoriana facciamo una passeggiata nel Centro Storico di Tivoli, partendo dalla piazza del Duomo e della Cattedrale di San Lorenzo, accanto troviamo l’antico lavatoio pubblico e i resti della Mensa Ponderaria, i resti vennero scoperti nel 1883 e sono il luogo in cui si conservavano i campioni dei pesi e delle misure usati per le attività commerciali nell’adiacente foro romano. Continuiamo la nostra camminata nelle viuzze del centro storico, discendiamo il vicolo Campitelli e ci affacciamo su una splendida veduta, Piazza Campitelli, dove anticamente era situata la Villa di Publio Cornelio Scipione Nasica, su questi resti fu ricostruita la Chiesa nel XII secolo secondo lo stile romanico di tipo basilicale a tre navate e a destra è situato il campanile quadrato. Il centro storico di Tivoli è molto grande. Un punto carino per bere un caffè al bar è Piazza del Plebiscito, su di essa si affaccia la Chiesa di San Biagio. E’ piacevole andare alla scoperta di tutti i vicoli e gli angoli storici della città e fotografarli.

Villa D’Este e le sue Fontane

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Villa D’Este è uno dei capolavori del Rinascimento, patrimonio dell’UNESCO. La Villa fu voluta dal Cardinale Ippolito II nel 1550, ilprogramma architettonico e iconologico della Villa, ideato dal pittore-archeologo-architetto Pirro Ligorio e realizzato dall’architetto di corte Alberto Galvani nel 1560. Altri lavori furono realizzati negli anni 1660 – 70 anche dal maestro Gianlorenzo Bernini. I lavoro ed i restauri furono tantissimi nel corso dei secoli. Il giardino della Villa è un opera d’arte, ricco di fontane e di tantissimi giochi d’acqua, per visitarlo bene, ammirando i suoi dettagli e scoprendo ogni angolo, ci vuole almeno un ora e mezza. Uno dei punti più belli da dove affacciarsi per vedere il panorama del giardino è dietro la fontana di Nettuno.Uno dei luoghi più fotografati e indimenticabili è le cento fontane: la fontana è costruita su 3 piani in cui scorrono simbolicamente le acque dei 3 fiumi: Albuneo, Aniene e Ercolaneo, gli stessi che scendono dal piano superiore della fontana dell’Ovato e che poi confluiscono nella fontana di Rometta per simboleggiare il Tevere.

Villa Gregoriana: uno dei gioielli più luminosi di Tivoli

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 Alcuni cenni storici:

Nel 1826 a Tivoli ci fu in grosso alluvione che trascinò via numerose abitazioni della parte più antica della città, per evitare ulteriori disastri per volere di Papa Gregorio XVI viene deviato il corso del fiume Aniene creando una grandiosa cascata, intorno al letto del fiume viene creato un percorso per immergersi nella natura suggestiva del odierno Parco di Villa Gregoriana. Questo gioiello naturalistico costituisce un luogo straordinario e complesso, dove è possibile leggere la stratificazione di eventi naturali e costruttivi avvenuta nell’arco di un tempo lunghissimo. Il Parco è stato riaperto al al pubblico nel maggio del 2005 grazie all’intervento del FAI (Fondo Ambiente Italiano). Una passeggiata di fine agosto: Entrando nel Parco si ha subito la sensazione di immergersi in un bosco incantato, si scende lungo il percorso e si ammira ciò che la natura e l’uomo hanno creato: cascate, rovine antiche della villa e tantissimo verde. Le prime rovine che troviamo sono i ruderi della Villa di Manilio Vopisco (console romano della Villa del XIV d.c.), sono i cunicoli dell’acquedotto, probabilmente erano sottostanti alla residenza. Continuando nella nostra camminata ci fissiamo a contemplare alcuni scorci di panorama fantastici che vogliamo immortalare con alcuni scatti fotografici. Si ammirano da diversi punti del percorso sia le cascatelle che sorgono nell’area circostante alla cascata principale e sia il punto più alto dove inizia il precipizio dove ci sono i resti dei templi, quello rettangolare attribuito a Vesta e quello circolare attribuito alla Sibilla, databili al I-II sec. a.c.

Proseguiamo verso le grotte della Sirena e di Nettuno, attraversiamo un cunicolo e arriviamo al Belvedere sulla Valle dell’inferno la veduta da lì è spettacolare! “Valle dell’inferno, panorama paradisiaco”(cit. E.C.).

Dopo esserci soffermati per una decina di minuti continuiamo fino la Radura di Ponte Lupo, dove il fiume Aniene forma un lago, sembra una piscina naturale (Plinio il Giovane descriveva che qui le acque si inabissarono in un nuovo paesaggio sotterraneo, la grotta delle Sirene, creando il ponte naturale detto Radura di Ponte Lupo). Una volta visto anche quest’angolo di paradiso, continuiamo la passeggiata fino alla Grotta di Nettuno, saliamo degli scalini sulla roccia che portano all’interno, dove scorgiamo il fiume che poi esce dalla grotta formando una meravigliosa cascatella. Gli scalini per entrare e la roccia all’interno sono stati disegnati dal vento, dall’acqua e dal tempo (cit. M.L.). Dopo la visita di quest’altro angolo di paradiso proseguiamo verso l’uscita dove troviamo i resti dei Templi della Sibilla e di Vesta. La visita è stata sicuramente superiore alle nostre aspettative e qui speriamo di avervela descritta nel migliore dei modi, sicuramente vi suggeriamo di visitarla 🙂 Alcuni consigli pratici: indossare abbigliamento comodo, scarpe sportive e spray anti-zanzare.